Estratti
Da Nel caos del bugigattolo di Davide Sereni
Come fosse prole
La mia prole artistica altro non è
che qualche lettera sparsa vagamente nel testamento dell’umanità.
Lettere affogate nel mio alfabeto personale, abbandonate a crescere
sull’asfalto dell’indifferenza.
E voi – noncuranti assassini
di parole mai pronunciate – gli eredi d’una vita che non saprete educare né comprendere con animo materno.
Imperativo assoluto
Io ti chiedo, anzi, esigo sapere, mio dubbioso simile, semplicemente questo:
cosa debbo domandarti?
Perché vivi? Cosa c’è dopo la vita? L’amore vince sempre?
Il dolore passa? Tutti devono assaggiarlo almeno una volta? Quanto ne serve per renderti saggio? La felicità è stata solo
una pesante sbronza greca
protrattasi fino ai nostri tempi? L’esistenza di Dio è un problema da porsi? La morale è un inganno dell’uomo incapace di accettarsi animale?
Come vivere più a lungo? Come meglio? Quale unità di misura devi inventare
per calcolare le emozioni, i sentimenti? La giustizia è un dannato punto di vista, una prospettiva egocentrica e mutevole? Lo stesso vale per l’estetica?
Il tempo è il gioco più difettoso,
al quale però intanto stai giocando? Esisti? No? Sì? Forse?
Tutto vero? Tutto falso? O chissà cos’altro?
Io ti dico, anzi, io ti impongo, mio dubbioso simile, semplicemente questo:
taci finché puoi, e sii!
Davide Sereni
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Noemi Veneziani