Parla l’autore
Vittoriano Borrelli
Siamo quasi giunti alla fine di questo impegnativo mese di aprile durante cui abbiamo avuto il piacere di ospitare, in questa rubrica, tre eccellenti autori-cantautori che hanno condiviso con noi stralci delle loro storie e delle loro composizioni letterario–musicali regalandoci piacevoli momenti di svago.
Dopo aver letto e apprezzato gli interventi di Pierpaolo Mingolla e Davide Sereni, è giunto il momento di lasciare il palcoscenico all’ultimo ospite: Vittoriano Borrelli.
Nato a Portici (NA) nel 1961, il giovane Vittoriano, da sempre curioso nei confronti di tutte le esperienze che gli permettono di provare nuove e intense emozioni, si appassiona molto presto alla scrittura e alla musica, fili conduttori di tutta la sua adolescenza.
Da principio, scrittore in erba, egli decide di cimentarsi nella stesura di brevi racconti autobiografici senza stancarsi mai di ricercare nella musica, come nella letteratura, nuove parole e nuovi ritmi che gli permettono di esprimere al meglio i propri sentimenti.
Vittoriano raggiunge il primo traguardo quando, nel 1980, con l’iscrizione alla SIAE (Società Italiana Autori ed Editori), ottiene il riconoscimento ufficiale come paroliere e compositore.
Oltre alla musica e alla scrittura – alimentata in particolare dalle letture delle opere di Moravia – Vittoriano porta a termine gli studi di Giurisprudenza laureandosi nel 1988 e iniziando a esercitare il mestiere di segretario comunale.
Nonostante l’impegno che la sua professione gli richiede, l’amore sempre vivo per la musica e per le parole confluisce nella composizione di 300 canzoni e un album intitolato Le parole del mio tempo da cui nasce, nel 2012, per Meligrana Giuseppe Editore, un omonimo libro contenente le composizioni riconosciute dall’autore per essere le più significative.
In questo stesso anno, per la medesima casa editrice, Vittoriano pubblica un romanzo intitolato La prossima vita in cui la pittura, intrecciata alla vita quotidiana, rappresenta il cuore pulsante dell’intera narrazione.
Sempre alla ricerca di nuove e appassionanti avventure, egli inizia a collaborare al magazine online Il Quorum – piattaforma su cui pubblica articoli di attualità e arte – e partecipa con slancio al progetto per la realizzazione della raccolta di poesie, Poeti in costruzione, organizzata dall’Associazione culturale I leoni di ferro a favore di una raccolta fondi per la ricostruzione della Città della Scienza di Napoli distrutta da un incendio doloso nel 2013.
Nel 2014, per Youcanprint, esce il seguito di Le parole del mio tempo, L’aquila non ritorna, mentre l’anno successivo viene pubblicato un saggio dal titolo Spunti dal mio lavoro come segretario comunale.
Futuro imperfetto, edito dalla casa editrice WritersEditor nel 2019, è il suo ultimo romanzo.
La parola all’autore

Ho pensato di raccogliere in questa opera i testi delle mie canzoni più significative, quelle che hanno caratterizzato in larga misura i miei vent’anni e che in qualche modo hanno segnato la mia storia condizionando le scelte che avrei fatto in futuro.
Nella cernita dei brani ho compiuto una sorta di viaggio a ritroso fermandomi in particolare agli anni 1979-1985 in cui si è maggiormente manifestata la mia creatività e a cui probabilmente ho riposto le migliori speranze di una vita diversa.
Del resto è a vent’anni che si è più fantasiosi ed istintivi; è a questa età che le proprie emozioni esplodono in maniera dirompente ed autentica.
Non è facile esprimere con le parole quello che si prova dentro, soprattutto quando, come nel mio caso, si ha molta difficoltà a far capire i propri sentimenti e il proprio stato d’animo.
Diciamo che le tante parole che ho scritto hanno sopperito la mia reticenza nel parlare e nel relazionarmi con gli altri, rappresentando in qualche modo un serbatoio di pensieri che nella mia mente, attraverso la mia capacità di osservazione, andavo via via immagazzinando.
Qualcuno, nel periodo che ho sopra menzionato, mi aveva definito un (potenziale) cantautore “intimista”, ossia, una persona che attraverso le parole intendeva raccontare la propria vita interiore e le sue possibili evoluzioni.
Naturalmente, la presente raccolta non ha alcuna pretesa di spiegare il mio vissuto ma costituisce piuttosto una sorta di album di ricordi interiori, di flash che nella mia memoria sono apparsi in rapida successione.
Ho scelto, non a caso, come brano conclusivo della raccolta “Torniamo a casa”, un testo del 1979 che ho riveduto e corretto. Il simbolismo di questa canzone (il ritorno a casa dopo una rivoluzione idealizzata e, per questo, fallita) racchiude probabilmente il significato di tutta l’opera: “Le parole del mio tempo” sono quelle che fotografano in gran parte un periodo della mia vita in cui ho fortemente sperato nel cambiamento.
Alla fine sono cambiato io per cambiare le cose, poiché nessuna trasformazione, per quanto ambìta, può effettivamente realizzarsi se non è sinceramente voluta da noi stessi, unici artefici del nostro essere.
Pensiero ricorrente: “Amo la vita dei sentimenti. Sto dalla parte delle piccole cose, che poi sono quelle che fanno “grandi” gli uomini …”
Vittoriano Borrelli
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Cantautori di ieri e di oggi – Introduzione alla figura del cantautore
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Cantautori di ieri e di oggi – Parla l’autore – Pierpaolo Mingolla
Cantautori di ieri e di oggi – Estratti – Nel caos del bugigattolo di Davide Sereni
Cantautori di ieri e di oggi – Parla l’autore – Davide Sereni
Cantautori di ieri e di oggi – Estratti – Futuro imperfetto di Vittoriano Borrelli
Link utili
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Leggi la mia recensione: La prova inconfutabile dell’esistenza di un “Futuro imperfetto”
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Noemi Veneziani