Si adagia, tra venti in bufera rinchiusi in violini e canne di organi densi di fuliggine.
Suona questa musicista della vita; con le sue dita scheletriche preme le corde tremando, strofina l’arco intriso di essenze primaverili che cadono, trucioli di legno come petali di fiori e fiocchi di neve.
Neve ghiacciata, nell’equatore dell’anima, che scende copiosa e copre, con un manto di seta e cianuro, i sorrisi stanchi e capovolti dell’uomo: acido lattico in muscoli forti, tanto da lasciarsi invadere dal nemico dell’energia.
Impulsi nervosi che sfrecciano su ponti crollati nel baratro dell’oblio; colleriche sostanze che sciolgono persino gli amori più chimici e i pensieri più sensibili.
Le dita continuano a suonare e l’acido scorre lento dentro le vene che pulsano. Hanno assimilato il nemico, conquistato la meccanicità del corpo e scardinato la libertà dei sogni, passando attraverso i fulminei candelieri in fiamme, sotto i fumi spenti delle bottiglie vuote.
La musica continua incessantemente a suonare e adagio, come Lei si adagia, conduce in barca le genti acute. Specchi lucidi ne son il mare aperto.
Narciso scruta l’orizzonte sotto la sua barca e sorride, buttandosi tra le braccia della beltà, estasiato dagli specchi. Boccadoro insegue le code dei suoi occhi persi nel vuoto del mondo, pupille ormai svanite, come buchi neri nel cielo remoto.
Colombo, col timone in mano, inonda le Indie, tra falchi e promesse. Ci è riuscito, come le lucertole che studiano il mondo con i libri aperti: strisciando lungo parole ignote, si lasciano abbandonare ai piaceri del Sole. Così la musica svanì, l’uomo scheletrico acquistò forma e vinse il premio internazionale musicale, tra sinfonie, valzer, minuetti e canoni. Firmava autografi con parole musicali: accordi maggiori, accordi felici, armonie di sorrisi, marce di gioia, notturni d’amore e scherzi amici. Nell’ombra Lei lo attendeva, come un portiere d’albergo freme d’aprire la porta ai suoi ospiti.
Lei era lì, giorno e notte. Era un cecchino ben addestrato. I clienti tuonarono alla reception: cercarono di farsi rimborsare, ma l’addetto alla vita declinò ogni responsabilità, chiedendo risarcimenti per il disturbo recatogli. Così tra acidi, sieri livorosi e neve, l’uomo capì che l’evitabile era inevitabile, che la forza non può sussistere se non prima debolezza nasca.
Ora Lui lo sa e Lei fa ancora il suo sporco, felice lavoro.
Suona la Musica: dita scheletriche, tremanti sorrisi, armonie uniche, rare… Vita!