È la notte del 21 ottobre e le comunità celtiche d’Irlanda e Scozia si apprestano a festeggiare la fine dell’estate e l’inizio del lungo buio.
Sistemano e stipano le provviste.
I campi vengono preparati al rigido inverno e ciò che rimane al suolo è destinato alle anime dei defunti e agli spiriti che faranno ritorno sulla terra.
In tutti i villaggi vengono accesi numerosi fuochi, si consumano cibi e bevande dell’Aldilà – birra, vino e idromele – e i druidi si preparano a compiere sacrifici animali in onore del Dio della fertilità e riti divinatori di buon auspicio per la stagione a venire.
Nel loro peregrinare, essi si travestono in maniera grottesca per poter entrare in contatto con i defunti e domandare loro protezione per il villaggio.
Durante le notti di Samhain – Summer end – nessun mortale si accinge ad abbandonare la propria dimora per paura di incontrare qualche spirito.
Le famiglie si riuniscono intorno ai focolari e trascorrono il tempo narrando storie e leggende.
È la notte del 31 di ottobre e tutti i fuochi vengono spenti – per essere riaccesi la mattina successiva come segno di passaggio al nuovo anno – e i druidi si dirigono verso la collina del fuoco sacro. Dopo aver prelevato alcuni tizzoni ardenti e averli posizionati in grandi cipolle intagliate – a ricordare una lanterna – essi fanno ritorno ai villaggi per consegnare la cenere del fuoco sacro di famiglia in famiglia.
Per i tre giorni successivi, tutti i membri delle tribù – travestiti con le pelli degli animali uccisi – avrebbero cantato e ballato intorno ai falò per esorcizzare e spaventare le anime dei defunti; chiunque non avesse preso parte al rito sarebbe stato destinato a morte certa con il sorgere del nuovo anno.
L’origine del Samhain risale al VI secolo a.e.v. quando le popolazione pagane celtiche, secondo il calendario della Wicca – la religione della natura–, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, erano soliti celebrare la fine dell’estate, il compimento del ciclo delle stagioni che si sarebbe concluso con la comparsa delle Pleiadi, le stelle del lungo buio.
Per queste popolazioni, la notte di All Hallows’Eve – dove Hallow sta a significare Santo in inglese arcaico, dunque Vigilia di tutti i santi – era un giorno magico, un giorno che non esisteva sul calendario del tempo e in cui la membrana tra la dimensione dei vivi e quella dei morti diventava più sottile permettendo ai secondi di venire a contatto con i primi.
Originariamente la festività di Samhain non aveva nulla a che vedere con diavoli e spiriti infernali, al contrario si veneravano le forze della natura e forti e potenti divinità legate alla fertilità ma purtroppo, con la diffusione di queste popolazioni nei territori occupati dai romani attorno al I secolo a.e.v. , il processo di cristianizzazione del rito fu inevitabile.
Con l’ascesa del Cristianesimo, le religioni antiche iniziarono a essere associate alla divinazione del diabolico e di tutte le sue manifestazioni – come fantasmi, scheletri, streghe e altri simboli di morte.
Questo tuttavia non fu tuttavia sufficiente per far desistere queste popolazioni dal praticare i loro riti, così, nell’835 Papa Gregorio III decise di spostare la festività di Ognissanti – prevista nel calendario cristiano il 13 maggio – il 1 di novembre e, nel 998, l’Abate Oddone di Cluny istituì la festività del 2 novembre come la commemorazione di tutti i defunti.
Inutile dire che questi escamotage sarebbero dovuti servire per tentare di mettere a tacere quelle tradizioni che proprio non ne volevano sapere di scomparire per sempre. Infatti, contemporaneamente a questa importante opera di cristianizzazione iniziò a diffondersi tra la popolazione dell’Impero la terribile leggenda dell’anima dannata di Jack-o’-lantern e i bambini, affascinati da questa incredibile storia, iniziarono a dilettarsi nell’intaglio di rape e altri tuberi per ricreare visi sempre più spaventosi che ricordassero la terribile lanterna di Jack e che fungessero da monito per mettere in fuga le anime dei morti.
Oggi questa festività sopravvive ancora, seppur totalmente priva del proprio significato religioso, arricchita di tutte quelle tradizioni e simboli che poco alla volta la società ha inserito nel suo quotidiano – pensiamo per esempio ai supereroi che spesso si vedono sfilare accanto ai più tradizionali zombie e fantasmi lungo le strade dei paesi e delle città di gran parte del mondo durante la lunga notte del 31 ottobre.
Ciò detto, non mi resta che augurare a tutti uno spaventoso Halloween!
Arrivederci ai prossimi Fatti letterari.
Noemi Veneziani