Vi siete mai domandati che cosa sia e da dove sia nata la letteratura popolare? Personalmente, fino a quando non mi sono trovata a indagare più nel dettaglio il genere per redigere questa rubrica, non mi ero mai posta il problema di andare a scoprire che cosa si nascondesse dietro a questa definizione.
Come sempre – ormai credo sia inutile dirlo – mi si è aperto un mondo e ho scoperto un gioiello tutto italiano: la Fondazione Rossellini di Senigallia.
Tuttavia, prima di parlarvi più nel dettaglio di questo magico luogo, vorrei raccontarvi brevemente come siamo arrivati noi, oggi, a parlare di letteratura di massa o letteratura popolare o letteratura di intrattenimento.
Era il 1856 quando a Parigi veniva siglato il Trattato che avrebbe segnato la nascita di una nuova era di pace e crescita economica: quel momento sarebbe passato alla storia come l’inizio della seconda Rivoluzione Industriale, una nuova era che avrebbe visto una crescita esponenziale della popolazione e dei beni di consumo e, con essi, anche la vittoria di importanti battaglie sociali.
In Italia, una di queste fu la promulgazione della Riforma Coppino – 1877 – che rese obbligatoria e gratuita l’istruzione elementare provocando la nascita di una nuova fascia di lettori da intrattenere e divertire: i giovani.
Costoro in realtà, non costituirono altro che una piccola, piccolissima parte di un oceano molto più vasto che desiderava poter fruire dei tanti libri prodotti con lo scopo di divertire, di intrattenere ma anche di raccontare la realtà per come essa si stava evolvendo.
Da quel momento, la letteratura dovette diversificare il proprio scopo che ormai non poteva più essere unicamente relegato alle più alte sfere della conoscenza; la nuova generazione chiedeva storie semplici, ben scritte ma create su misura facendo attenzione alle loro esigenze.
Con il trascorrere del tempo, questo tipo di scrittura mutò adottando come linea guida solo il consenso dei lettori senza pensare di dover ottenere anche il benestare della critica che, in effetti, non si preoccupava nemmeno di interessarsi a questo nuovo fenomeno letterario in cui incominciarono a inserirsi soggetti di diversa estrazione sociale spinti dalla possibilità di fare dell’arte dello scrivere una vera professione. Seguendo la scia dei grandi quotidiani e delle importanti riviste che iniziarono a spopolare tra le folle, nacquero i primi romanzi popolari: i romanzi d’appendice o feuilleton.
In questo contesto il pubblico, fattosi sempre più ampio, inizia a preferire alla poesia la prosa dei romanzi ritenendola uno strumento migliore per riuscire a esprimere al meglio le abitudini e le problematiche di una società in piena fase di sviluppo e a cavallo tra due secoli.
La produzione libraria, esattamente come quella industriale, aumentò rapidamente provocando la fondazione delle prime grandi case editrici che iniziarono a stampare alti quantitativi di libri a basso costo.
La scrittura adottata per il nuovo genere è semplice e studiata perché possa trasmettere al meglio le parti più importanti della trama. La sintassi è solitamente molto semplice e fluida espressa attraverso un vocabolario semplice e poco ricercato mentre i personaggi sono stereotipati e suddivisi in buoni e cattivi, protagonisti e antagonisti.
In poco tempo era nata la Narrativa di genere che avrebbe previsto una rigida collocazione dei romanzi in categorie ben definite secondo linee guida principali caratteristiche di ciascun genere e che sarebbe stata additata come letteratura di serie B per molto tempo, almeno fino alla metà del Novecento, momento in cui, anche la critica si rese conto dell’importanza e dell’efficacia di questo filone letterario che, più di tutti, seppe arrivare al cuore e alla mente della grande popolazione.
Ciò detto, possiamo finalmente andare a scoprire quali sono i tesori contenuti nell’archivio di questa preziosa Associazione che ha pensato di riunire in un unico luogo così tanti e importanti testi a dimostrazione di un Novecento popolare assolutamente ricco e interessante.
Fondata a Senigallia nel 1998, la Fondazione Rossellini ha raccolto nel suo patrimonio preziosissimi gioielli appartenenti alla letteratura popolare del secolo scorso; come abbiamo già detto, questa è stata una letteratura considerata di basso valore ma che in realtà conserva tra le sue pagine il ritratto vero di un’epoca e di una società.
Pubblicati in grande quantità e promossi molto spesso come uscita nelle edicole, la cosiddetta letteratura di massa non è mai stata considerata un vero prodotto editoriale, come abbiamo già visto, e fu necessario aspettare gli anni Sessanta del Novecento perché un intellettuale estremamente popolare – quale Umberto Eco – iniziasse a parlare dell’esistenza di quest’ultima con lo scopo di comunicarne ai più l’esistenza e l’importanza – gli scritti di riferimento sono Diario minimo (Mondadori 1963) e Apocalittici e integrati (1964).
Nonostante l’apertura mentale dimostrata da un così grande intellettuale, la sua analisi non riuscì a penetrare a fondo per portare in superficie il vero volto di questi romanzi e di questi fumetti rimanendo in qualche modo limitata a un livello di analisi tecnica e sociologica troppo distante rispetto alle menti comuni a cui voleva rivolgersi la sua voce.
Perciò, quello che il Dr. Adriano Rossellini – membro fondatore – ha voluto fare con la costituzione della Fondazione e la promozione dei tanti progetti di ricerca, workshop, conferenze rivolte in particolare alle scuole e agli studenti è proprio questo: arrivare alla gente comune e regalare loro ciò che, oggi, risulta estremamente difficile recuperare sul mercato – pensate che molti di questi volumi non sono reperibili nemmeno nei numerosi e curiosi mercatini dell’usato!
La Fondazione conserva 60.000 volumi comprendenti romanzi, fumetti, riviste e centinaia di disegni originali appartenenti alla cultura popolare del XX secolo tutte meticolosamente catalogate in due fondi, quello librario e quello iconografico.
Il visitatore che ne dovesse fare richiesta, è libero di fruire non solo di tutte le opere letterarie ma può godere della vista di tutte le splendide opere artistiche realizzate da Jacono – già illustratore per le collane mondadoriane dei Gialli mondadori, Urania e Segretissimo – notevolmente arricchita a seguito di un importante lascito, da parte della famiglia dell’artista avvenuto nel 2017.
In questo stesso anno, la Fondazione ha inaugurato la prima collana di pregio numerata e composta da 66 volumi contenenti le avventure dell’ispettore Sherlock Holmes.
Un altro prezioso gioiello è sicuramente il primo volume del 1957 di Diabolic intitolato Uccidevano a mezzanotte e firmato dalla penna di un allora sconosciuto Italo Fasan – badate che la c presente nel nome non è un errore, almeno fino al momento in cui le sorelle Giussani decisero di adottare definitivamente l’impavido super eroe per sostituire alla c una k.
Restando sulla scia di opere che conservano un certo fascino per una particolarità di stampa – come può rappresentare una k al posto di una c – il Fondo conserva gran parte della letteratura di epoca fascista e altrettante opere pubblicate in clandestinità tra il 1941 e il 1945; in questo contesto rappresenta una chicca particolarmente interessante la Terza serie apparsa sul Giornale illustrato dei viaggi e delle avventure tra il 1941 e il 1943.
Costituiscono oggetto di particolare attenzione anche la collana dedicata a Maigret edita da Mondadori nel 1932 in 12 volumi e la Collana poliziesca diretta da Augusto De Angelis per la casa editrice milanese Minerva nel 1936 e presente in 13 volumi.
In aggiunta a tanta meraviglia, è possibile ammirare anche la prima traduzione di Boris Vian del romanzo … e i mostri saranno uccisi edita da De Carlo Editore nel 1949.
Oltre alla funzione di museo e archivio, dalla sua costituzione a oggi, la Fondazione Rossellini ha pubblicato 31 titoli – classici del genere annotati e album pregiati come nel caso dell’ultimo edito dedicato alla protofantascienza italiana, letteraria e fumettistica e intitolato Dall’Italia alle stelle – da destinarsi a tutti i curiosi che volessero accaparrarsene una copia.
Grazie ai preziosi volumi conservati nel Fondo, abbiamo oggi la possibilità di godere del meraviglioso arcobaleno di generi letterari di cui, forse troppo spesso, perdiamo consapevolezza: dal giallo al rosa passando per il nero, il viola, il verde, il rosso, il blu e il bianco, la letteratura spazia dall’avventura, dal fantastico, dal sentimentale, dall’orrore, dal western, all’erotico, alla fantascienza, al sanguinario, al macabro, alla fantasia eroica, al cavalleresco fino al racconto di storie altoborghesi ambientate negli anni ‘20 e ’30.
E con questo è tutto da Passione Gialli!
Spero di avervi piacevolmente intrattenuto durante questo nostro breve viaggio ma ora è tempo di altre storie, di altre avventure!
Noemi Veneziani