Dicembre è finalmente iniziato e, cosa ci può essere di meglio che accoccolarsi vicino a un camino con una buona tazza di cioccolata calda pronti ad ascoltare alcune delle più belle leggende legate al Natale?
Nulla, ovviamente, e dunque fate conto che io sia la vecchia nonnina che sta per raccontarvi la prima di queste affascinanti storie.
Tanto, tanto tempo fa, nella calda terra del Messico, una bambina molto povera si recò nella chiesa del suo villaggio per ammirare la piccola statuina del bambino Gesù.
Era la Vigilia di Natale e la bimba rimase incantata di fronte ai meravigliosi doni e ai bei fiori che gli uomini e le donne portavano in processione alla capanna del nuovo nato.
Anche lei avrebbe voluto offrire qualcosa al piccolo Gesù, ma non aveva nulla né per sé né da poter donare ad altri, così si rattristò molto.
Mosso a compassione nel vedere la bambina tanto sconsolata, un angelo sceso dal cielo, le si fece accanto per consolarla e le suggerì di recarsi all’esterno della chiesa per raccogliere i fiori e i piccoli arbusti che avrebbe potuto trovare lì attorno.
inizialmente, affranta da tanta miseria, ella si rifiutò di seguire il consiglio datole dall’angelo ma, dopo averci pensato un po’, decise di precipitarsi fuori dal santuario.
Ritornò poco tempo dopo, fiera di stringere tra le manine un piccolo e triste mazzetto di fiori e arbusti che decise subito di abbellire con l’oggetto a lei più caro: un bellissimo nastro rosso con cui teneva sempre legati i capelli.
A questo punto, il miracolo non tardò a realizzarsi e, in un battito di ciglia, il piccolo mazzo si trasformò in un meraviglioso fiore dai grossi e carnosi petali rossi assumendo la forma di una stella, la stessa stella che era apparsa, quella stessa notte, nel cielo di Betlemme alla nascita del bambino Gesù.
Un’altra leggenda racconta che, nel Messico del XVI secolo, una povera bimba di nome Pepita si fosse molto dispiaciuta di non poter donare nulla al piccolo bambino Gesù.
Così, il cugino Pedro, nel tentativo di consolarla, le suggerì di comporre un piccolo bouquet di ramoscelli ed erbette che avrebbe potuto facilmente raccogliere all’esterno del santuario.
Era, ancora una volta, la Vigilia di Natale e, durante la messa, il piccolo e grazioso mazzo di ramoscelli si trasformò in uno splendido insieme di fiori rossi dalla forma di stella.
Tralasciando le leggende, un fatto curioso vede come protagonista proprio la nostra Stella di Natale – o Euphorbia Pulcherrima, come viene comunemente identificata in botanica – identificata come una tra le piante più popolari del Madagascar, luogo in cui fu importata dai francesi durante l’epoca delle grandi navigazioni commerciali.
Amante dei luoghi caldi, questo arbusto ha trovato, nella rossa terra ricca di laterlite, un habitat particolarmente piacevole tanto da riuscire ad avere una rapida diffusione in tutta l’isola.
A differenza delle zone messicane di cui è originaria e in cui raggiunge la massima fioritura durante i mesi invernali, in Madagascar essa si trasforma in una perfetta Stella di Pasqua dando il meglio di sé durante il mese di aprile.
Come ho accennato poco sopra, le radici di queste leggende affondano nella notte dei tempi infatti, sembra che esistano alcuni reperti che siano in grado di testimoniarne l’utilizzo di questa pianta – chiamata Cuitlaxochitl – da parte della civiltà azteca che la sfruttava sia per le sue proprietà insetticide caratteristiche del lattice contenuto all’interno del fusto, sia come colorante rosso derivato, appunto, dal colore intenso delle foglie.
Foglie, avete capito bene perché, in realtà, quella che noi chiamiamo Stella di Natale associandola a una pianta in vaso, non è altro che un arbusto che può raggiungere un’altezza di 2 metri e le cui infiorescenze si trovano all’interno di quegli agglomerati di foglie vellutate e carnose che vengono solitamente recisi come se fossero fiori.
Come potete ben immaginare, queste sono solo alcune delle variazioni sul tema di un’unica leggenda che affonda le radici in tempi molto antichi. Ciò che è rimasto di esse, oltre al racconto orale o alla loro rappresentazione scritta, è il nome che questa piante porta con sé da allora: Flores de la Noche Buena – Fiore della Notte Santa – considerato come simbolo di buon auspicio e di rinascita per i mesi a venire.
Per concludere, vi propongo qualche curioso cenno storico.
La Stella di Natale, che cresce spontaneamente sul suolo messicano, fece il suo ingresso in Europa nei primi anni dell’Ottocento portata a Berlino da un naturalista tedesco – certo Alexander von Humboldt – dopo un lungo viaggio in Sud America.
In un secondo momento, siamo intorno al 1825, la stessa iniziò a comparire sempre più spesso anche negli Stati Uniti grazie all’ambasciatore americano – Joel Roberts Poinsett – che ne diffuse l’utilizzo dopo un viaggio in Messico.
Fu così che, poco alla volta, la Poinsettia – altro nome con cui venne definita la pianta proprio in omaggio all’ambasciatore di cui sopra – iniziò a diffondersi in tutta Europa comparendo per la prima volta come pianta ornamentale nella Basilica di San Pietro a Roma; era la notte di Natale del 1899.
Se avrete la pazienza e la curiosità di andare a fare qualche ricerca in merito a questa meraviglia della natura, vi invito a farlo perché potrete così godere di meravigliose fotografie e, chissà, potreste anche trovare un qualche libretto carino e colorato da regalarvi – se siete amanti del genere – o da regalare ai più piccoli così da iniziare a farli appassionare a queste storie che, almeno per me, costituiscono la base e il sostegno degli esseri umani che siamo noi oggi.
Sono la nostra eredità ed è per questo che ho pensato di dedicare questi tre incontri decembrini proprio a tre leggende di cui oggi si è forse perso ogni significato.
Come ho detto, io avrò la possibilità di raccontarvene solo tre ma lasciatevi ispirare e andate a curiosare nel web, chiedete ai vostri nonni e a chiunque pensiate possa avere una storia da raccontarvi; non c’è regalo più bello da ricevere a Natale di una bella storia raccontata con il cuore.
Noemi Veneziani